La morte di Socrate di Jacques-Louis David celebra il grande filosofo greco condannato alla pena capitale dai suoi contemporanei.
Jacques-Louis David, La morte di Socrate, 1787, olio su tela, 129,5 x 196,2 cm. New York, Metropolitan Museum of Art
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Indice
Descrizione del dipinto La morte di Socrate di Jacques-Louis David
Socrate è disteso su un letto, in mezzo ai suoi discepoli, con il busto sollevato. Il filosofo, coperto solo da un telo bianco, alza la mano sinistra indicando verso l’alto. Invece con la destra sta afferrando la coppa con la cicuta che gli porge un discepolo. Il ragazzo vestito con una tunica rossa e a piedi nudi si volta e nasconde lo sguardo per la disperazione. Sul letto è appoggiata una cetra e una grossa catena scende fino a terra e termina in primo piano con una cavigliera aperta.
Intorno a Socrate vi sono dodici persone. Sei allievi sono dietro di lui e tra di loro uno si dispera voltato contro la parete di destra. Ai suoi piedi poi un allievo gli porge il veleno mentre un altro si appoggia alla parete del corridoio. Assorto al fondo del letto si trova un uomo maturo con il capo stretto da un nastro. A terra sono posati un calamaio, una penna e un rotolo di pergamena. Infine altri tre personaggi salgono le scale al fondo ed escono dalla prigione.
Interpretazioni e simbologia dell’opera La morte di Socrate di Jacques-Louis David
David scelse di rappresentare gli ultimi istanti di vita del filosofo greco Socrate. I cittadini di Atene condannarono il filosofo che era stato accusato di empietà e corruzione dei giovani. La pena comminata fu quella della condanna a morte tramite avvelenamento da cicuta. In realtà i giudici non erano del tutto avversi al filosofo ed erano convinti che Socrate si allontanasse dalla città scegliendo l’esilio. Il filosofo però scelse di affrontare la sua condanna.
Il poeta francese André Chénier consigliò all’artista di dipingere il gesto della mano che compie Socrate verso la coppa di veleno. Con questo gesto infatti il filosofo sottolinea simbolicamente l’ingiustizia comminata nei suoi confronti.
Il filosofo e i suoi allievi
David probabilmente consultò il dialogo di Platone intitolato Fedone, che racconta l’ultimo giorno di Socrate, morto nel 399. Il filosofo condannato a morte trascorse gli ultimi momenti della sua vita insieme ai suoi scolari parlando dell’immortalità dell’anima. L’artista però si concesse alcune licenze per rendere la scena più drammatica. Platone, seduto ai piedi del letto, ha un aspetto anziano mentre all’epoca era ancora un adolescente e non era presente all’ultimo dialogo. Infine il corpo di Socrate è particolarmente idealizzato per adattarlo ai canoni neoclassici mentre in realtà era molto consumato dall’età.
David dipinse quindi Socrate come un uomo ancora prestante e più giovane della sua vera età. Infatti le cronache del tempo lo descrivono come un “sileno” quindi dall’aspetto molto anziano e provato. Il filosofo è disteso ma con il busto ben eretto e non si preoccupa della fine imminente. Anzi discute con i suoi discepoli di filosofia senza prestare particolare attenzione alla coppa con la cicuta che sta per afferrare.
Le dodici persone che assistono Platone fanno riferimento probabilmente ai dodici apostoli che accompagnavano Gesù come scritto nei Vangeli. L’uomo che posa una mano sulla gamba di Socrate è Critone.
Nel dipinto sono presenti due firme di David. Quella scritta per esteso si trova sotto la figura di Critone. Le iniziali invece si trovano sotto la figura di Platone. La firma posta sotto Critone sottolinea la somiglianza del suo volto con quello dell’artista. Il monogramma dipinto accanto alla figura di Platone è poi un omaggio all’autore del Fedone. Infatti con la sua testimonianza il filosofo tramandò la vicenda ai posteri consegnandola alla storia.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Trudaine de la Sablière commissionò forse il dipinto a David nel marzo del 1786. Secondo lo storico Philippe Bordes però l’artista iniziò a progettare l’opera anni prima. Lo studioso ricorda inoltre un disegno preparatorio del 1782.
David espose la Morte di Socrate al Salon del 1787. In tale occasione era presente anche l’opera di Peyron, commissionata dai Bâtiments du Roi, che presentava lo stesso soggetto. La giuria premiò infine l’opera di David.
L’opera si trova al Metropolitan Museum of Art di New York. Il dipinto era di proprietà della Catharine Lorillard Wolfe Collection. La Wolfe Fund donò l’opera al The Met nel 1931.
L’artista e la società. La storia dell’opera La morte di Socrate di Jacques-Louis David
David dipinse La Morte di Socrate nel 1787 all’età di 39 anni.
Lo studioso Père Adry suggerì a David di inserire la figura immobile di Platone. Inoltre un amico dell’artista, André Chénier, propose di rappresentare Platone mentre parla e non con la coppa della cicuta in mano.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile dell’opera La morte di Socrate di Jacques-Louis David
David fu un esponente del Neoclassicismo francese e le sue opere sono fortemente ispirate dalla pittura italiana del Rinascimento, Raffaello e Correggio. Inoltre ammirò i maestri del Classicismo come Guidi Reni. A Napoli ebbe modo di approfondire le opere di Caravaggio.
Le figure dipinte in questa tela di Jacques-Louis David presentano un modellato attento. Inoltre i personaggi risultano idealizzati e quindi rispondenti alla poetica del Neoclassicismo. Infine le fisionomie degli allievi sono molto vicine a quelle delle statue classiche e dei profili di rilievi scultorei.
La tecnica
La Morte di Socrate (La Mort de Socrate) è un dipinto realizzato con colori a olio su una tela di 129,5 x 196,2 cm.
Il colore e l’illuminazione
David utilizzò il colore rosso per dare maggior risalto alla parte centrale. Infatti il giovane che porge la coppa a Socrate indossa un’ampia tunica dal colore acceso. I dettagli della scena dipinti con lo stesso colore si trovano ai lati ma sono meno evidenti perché meno saturi. I colori caldi sono inoltre presenti sulle figure degli allievi che si disperano per la sorte del maestro. Invece il blu e il bianco, colorano l’abito di Platone e di Socrate. Questi toni con la loro freddezza caratterizzano i personaggi più razionali che affrontano l’evento con minore emotività.
Lo spazio
Lo spazio architettonico è descritto dalla prospettiva geometrica che ordina le dimensioni e le distanze. A destra il sedile in pietra crea un primo spazio di profondità tra l’osservatore e Socrate. Oltre il letto la piantana con la sua ombra proiettata sulla parete permette di cogliere la distanza tra il letto e la parete di fondo. Infine la prospettiva frontale dei tre gradini misura lo spazio e permette un confronto dimensionale delle figure con quelle del primo piano.
Il gruppo è raffigurato frontalmente con il letto disposto di profilo che si offre come una macchina scenica intorno alla quale si dispongono i personaggi. La parte centrale e quella destra presentano una limitata profondità per via della parete di pietra. Invece a sinistra si intravede il corridoio di uscita con le scale e le inferriate delle finestre.
La composizione e l’inquadratura
L’opera di David è di forma rettangolare sviluppata in orizzontale. L’inquadratura infatti asseconda la forma del letto posto di profilo intorno al quale si dispongono i discepoli di Socrate.
Le figure dei personaggi si collocano sulla scena lungo l’asse orizzontale creato dal profilo del letto. La struttura compositiva inoltre è organizzata sulle linee ortogonali determinate dai semplici arredi e dalle fughe tra i massi squadrati di pietra.
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Bibliografia
- Orietta Rossi Pinelli, David e l’arte della Rivoluzione francese. Ediz. illustrata, 22 dicembre 1998, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809761179
- Michel Thévoz, David. Il teatro del crimine, 2 settembre 2003, Abscondita Collana: Miniature, EAN: 9788884160645
- Jacques-Louis David, La rivoluzione in mostra, 2 marzo 2017, Castelvecchi Collana: Etcetera, EAN: 9788869447440
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 24 dicembre 2020.
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