La Maschera d’oro detta di Agamennone è un manufatto che per tradizione è attribuito al mitico re degli Achei protagonista della guerra di Troia.
Maschera d’oro detta di Agamennone, circa 1600 – 1500 a.C., lamina d’oro, Atene, Museo Archeologico Nazionale
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Indice
Descrizione della Maschera d’oro detta di Agamennone
La maschera mortuaria raffigura un uomo anziano con baffi e barba. Gli occhi sono chiusi e le orecchie sono in posizione frontale e bene in vista. La parte superiore della fronte termina con il bordo della lamina leggermente curvo.
Interpretazioni e simbologia della Maschera d’oro detta di Agamennone
La maschera di Agamennone è una maschera funebre cioè realizzata attraverso un calco sul viso del defunto. Questa era una pratica molto comune nell’antichità classica utilizzata poi per ricordare personaggi importanti nel corso del tempo.
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La maschera di Agamennone è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene.
L’artista e la società. La storia dell’opera Maschera d’oro detta di Agamennone
L’autore della maschera di Agamennone è sconosciuto. L’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nel 1876 scoprì la maschera appoggiata sul volto di un corpo che si trovava sepolto nella tomba H a Micene. L’archeologo pensò di aver scoperto i resti di Agamennone il leggendario re acheo. Invece secondo recenti indagine archeologiche è risultato che la maschera è datata tra il 1550 e il 1500 avanti Cristo. Questo periodo non corrisponde quindi a quello nel quale è vissuto Agamennone. Per convenzione però il nome del manufatto è rimasto quello dato da Heinrich Schliemann.
William M. Calder III, uno studioso statunitense, negli anni Settanta dichiarò che probabilmente la maschera è falsa. Secondo Calder l’esecuzione del connotati è molto raffinata e non corrisponde ad altri ritrovati nella stessa epoca. Secondo lo studioso quindi Heinrich Schliemann commissionò un falso. Anche lo storico David A. Trail sostenne lo stessa tesi di Calder.
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Lo stile della Maschera d’oro detta di Agamennone
Il manufatto appartiene alla cultura micenea. La fattura è essenziale ma compaiono alcuni particolari che descrivono efficacemente il viso del guerriero. I dettagli però non sono naturalistici ma realizzati con gusto decorativo. Infatti le sopracciglia e i baffi sono rappresentati da segni grafici regolari. Anche gli occhi e la bocca sono geometrizzati e descritti da semplici linee sbalzate.
La tecnica
La maschera di Agamennone è composta da una lamina d’oro con rilievi a sbalzo. Sopra le orecchie sono presenti due fori che servivano per inserire la corda che fermava la maschera sul volto del defunto.
La luce sulla scultura
La superficie metallica e dorata della maschera riflette la luce ambientale che per evidenziare i dettagli deve colpirli in modo radente.
Rapporto con lo spazio
Il manufatto è apprezzabile da un solo lato e la sua fruizione si avvicina a quella di un rilievo. Infatti la sua collocazione originaria era quella di maschera mortuaria, quindi posata sul volto del defunto. La maschera inoltre, non fu concepita per funzioni estetiche o di decorazione di uno spazio.
La struttura
La forma della scultura riprende quella di un volto privo di capelli. Infatti la parte superiore presenta una curvatura ridotta rispetto alla parte che circonda il viso.
La struttura è decisamente simmetrica e riproduce quella di un viso umano idealizzando però la simmetria naturale.
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Bibliografia
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