Paul Gauguin la vita e le opere

Paul Gauguin fu un pittore francese interprete del Post-impressionismo e autore di famose opere che raffigurano ragazze di Tahiti e paesaggi esotici.

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Biografia

Nascita di Paul Gauguin

1848. Paul Gauguin nacque a Parigi il 7 giugno 1848.

Il contesto familiare

Il nome completo dell’artista chiamato spesso solamente Gauguin fu Eugène-Henri-Paul Gauguin. Nacque il 7 giugno 1848 a Parigi, al n. 56 di rue Notre-Dame-de-Lorette, che al tempo era un’importante strada di Montmartre.

Aline Marie Chazal era il nome della madre di Paul Gauguin. La donna che nacque nel 1831 e morì nel 1867 discendeva da una famiglia spagnola. I parenti che vivevano in Perù erano molto ricchi ed influenti politicamente. La mamma di Aline Marie era Flora Tristan, una famosa scrittrice molto impegnata. Infatti aveva un carattere volitivo e ribelle che la portò alla militanza politica e sociale.

Flora Tristan sosteneva infatti le idee del socialismo del filosofo francese Claude-Henri de Rouvroy conte di Saint-Simon e propagandava idee femministe. Inoltre era favorevole al sesso fuori dal matrimonio. Clovis Gauguin era invece il padre dell’artista. Clovis era impiegato come giornalista presso Le National, una rivista di tendenza repubblicana. Le sue idee lo misero in conflitto con il governo di Napoleone III.

1849. Clovis Gauguin preoccupato per la crisi politica che stava investendo la Francia decise di trasferire la famiglia a Lima in Perù. Clovis, la moglie Aline e i figli Paul e alla primogenita Marie, partirono così su un piroscafo per raggiungere la famiglia della madre. Durante la traversata però, il 30 ottobre 1849, Clovis Gauguin morì.

Il trasferimento della famiglia Gauguin in Perù, nel 1849 fu determinato dalla crisi politica che stava investendo la Francia. Infatti era evidente ormai che Napoleone III aveva intenzione di restaurare l’impero con un colpo di Stato. La Repubblica e il Parlamento davano segnali di debolezza e il nipote di Napoleone Bonaparte decise di approfittarne.

L’adolescenza di Paul Gauguin

Il giovane Paul trascorse una serena giovinezza presso la famiglia della madre a Lima.

1855-1859. Paul Gauguin nel 1855 era un adolescente di 7 anni. La madre di Paul Aline a Lima viveva però alcuni problemi familiari. Inoltre anche in questa città erano presenti tensioni sociali e politiche. Così nel 1855 Aline decise di rinunciare all’eredità del padre don Pio e tornò in Francia stabilendo la famiglia a Orléans.

Il ritorno in Francia non fu felice e la famiglia dell’artista si trovò nuovamente in cattive condizioni economiche. Così Aline chiese aiuto alla famiglia del marito defunto Clovis Gauguin. Isidore Gauguin, fratello di Clovis ospitò presso di sé Aline e i figli fino al 1859. Paul ricordò di aver vissuto con difficoltà gli anni presso lo zio Isidore. Infatti fu impegnato negli studi della lingua francese e a scuola era preso in giro a causa dell’accento spagnolo. Inoltre Paul era spesso in disaccordo con lo zio e considerava la sorella maggiore Marie una ragazza dispotica. L’unica figura familiare che Paul apprezzava era la madre dal carattere dolce e rassicurante.

La formazione

Il giovane Gauguin negli anni della sua formazione non riuscì a trovare la propria strada e quindi ad avviare un sicuro percorso professionale. Gli insuccessi scolastici del periodo erano infatti il sintomo di carattere in formazione e dell’inquietudine dello studente. Frequentò così quattro anni presso il Petit Séminaire de la Chapelle-Saint Mesmin di Orléans.

1861. La madre trovò lavoro come sarta a Parigi e la famiglia si trasferì nel 1861 nella capitale. La donna si legò sentimentalmente ad un uomo d’affari, Gustave Arosa, che importava guano insieme al padre dal Perù. Paul non approvò la relazione intrapresa dalla madre e tentò l’ammissione all’Accademia Navale di Parigi. Il tentativo fallì e il giovane si arruolò come allievo pilota sul mercantile Luzitano.

Il periodo di navigazione per la marina mercantile francese

Sulle navi della Marina francese, Paul Gauguin iniziò a compiere lunghi viaggi. Tornò in Perù e giunse fino a Rio de Janeiro. Nel 1867, Gauguin fun in India.

1871. Gauguin tornò in Francia proprio mentre si combatteva la guerra franco-prussiana, scoppiata nel 1870. Il pittore, al tempo di 23 anni, si arruolò e combatté, secondo alcuni commentatori, in modo molto valoroso.

Il ritorno a Parigi e il lavoro come agente di cambio

Immediatamente dopo il suo ritorno a Parigi, Gauguin si avvicinò a Gustave Arosa, ex compagno della madre defunta, che era intanto diventato suo tutore legale. Arosa era al tempo un importante esponente della finanza francese e appassionato d’arte. Infatti nella collezione di Arosa erano presenti opere di Eugène Delacroix, Jean-Baptiste Camille Corot, Gustave Courbet e Camille Pissarro. Il finanziere fu quindi il primo mecenate di Gauguin e per prima cosa procurò un impiego al giovane presso l’agenzia di cambio dei Bertin. Gauguin si dimostrò abile e scaltro nel curare i rapporti con i clienti e accrescere il patrimonio finanziario dell’agenzia.

Gauguin ottenne quindi una stabilità finanziaria anche grazie ad investimenti personali. Il suo carattere turbolento della gioventù lasciò il posto a una vita borghese e rispettabile.

La passione per l’arte e il collezionismo

Negli anni Settanta dell’Ottocento, ottenuta una certa stabilità, Paul Gauguin si riavvicinò alla passione artistica. Iniziò così a collezionare opere dei giovani artisti contemporanei, soprattutto degli impressionisti al tempo ancora all’inizio della loro carriera. Tra gli altri comprò opere di Cézanne, Pissarro, Sisley e Monet. Nel tempo l’arte diventò il pensiero predominante nella vita di Gauguin tanto che oltre a collezionare opere iniziò a dipingere guidato dalla figlia del suo ex tutore Arosa. La giovane era infatti una determinata artista, frequentò l’Accademia Colarossi e si legò sentimentalmente all’artista Émile Schuffenecker.

L’amicizia con Camille Pissarro e con gli impressionisti

Grazie alla sua attività di collezionista, Paul Gauguin strinse amicizia con alcuni artisti. Camille Pissarro fu l’artista che suggerì inizialmente a Gauguin una diversa direzione creativa. Pissarro era al tempo l’animatore del gruppo impressionista e fortemente critico nei confronti della pittura accademica espressa dai Salon. Il carattere forte di Pissarro e insensibile alle lusinghe di critica e pubblico piacque a Gauguin che condivideva lo stesso temperamento. Pissarro avvicinò Gauguin a Cézanne e Degas. Insieme a Cézanne, Gauguin dipinse nelle estati passate a Pontoise. Invece a Parigi frequentò Degas al quale lo legò anche un tratto del carattere anarchico culturalmente e insofferente alle convenzioni della società borghese.

Le prime mostre con gli impressionisti

Pissarro e Degas sostennero così inizialmente Gauguin e lo convinsero dal 1879 a partecipare alle mostre impressioniste. Meno entusiasti di accoglierlo furono Renoir e Monet. Da questo momento iniziarono i primi consensi di critica che spinsero Gauguin a investire ancora più seriamente le sue energie nella pittura. Parimenti, la moglie Mad iniziò a preoccuparsi che l’arte, da semplice passatempo, potesse minare la stabilità familiare. Al tempo infatti, Paul Gauguin era ancora impiegato presso l’agenzia di cambio.

Il crollo della finanza e la perdita del lavoro

1883. Nel 1871, a Vienna, scoppiò una crisi finanziaria che si diffuse poi in tutta Europa. In Francia fallì l’Union Générale e anche l’agenzia presso la quale lavorava Gauguin licenziò del personale. Così nel 1883, all’età di 35 anni, Paul si trovò senza lavoro e tentò di vivere di pittura. Insieme alla famiglia si trasferì a Rouen dove il suo amico Pissarro aveva una discreta influenza nel mondo del collezionismo. Le sue opere però, non incontrarono l’interesse dei collezionisti e Gauguin per vivere fu costretto a liquidare la sua assicurazione sulla vita e a vendere le opere della sua collezione.

Il trasferimento a Copenaghen

La moglie decise così di tronare con i figli a Copenaghen dove viveva la sua famiglia di origine e trovò lavoro come insegnante e traduttrice. Gauguin nel tentativo di trovare nuove opportunità di lavoro seguì la decisione di Mette. A Copenaghen l’artista in forte crisi esistenziale, dipinse opere cupe che rimasero esposte solo cinque giorni nella mostra monografica perché non trovarono consensi. Di questo periodo è l’Autoritratto del 1885 considerato dagli storici cupo e provocatorio.

Gauguin tentò diverse strade per tornare ad avere una carriera lavorativa. Cercò anche di vendere tele impermeabili ma senza alcun successo. Così i rapporti con la moglie Mette si logorarono e Gauguin decise di tornare a Parigi.

Il ritorno a Parigi dopo la Danimarca

1885. Nel giugno del 1885 Paul Gauguin decise di tornare a Parigi insieme al figlio Clovis. Ormai l’artista odiava la gente e il clima del nord, come riferì ad un amico. Inizialmente visse tre mesi in Inghilterra e tornò a Parigi dopo aver accettato il lavoro di attacchino di manifesti. Il denaro però era poco e Gauguin cambiò spesso alloggio ricorrendo anche all’ospitalità del pittore suo amico Schuffenecker.

1886. Anche se privo di mezzi di sostentamento, Gauguin, tornato a Parigi, tornò a dipingere e partecipò all’ottava e ultima mostra degli impressionisti nel maggio del 1886. In questa occasione espose diciotto opere che ricordano la pittura di Camille Pissarro. Dopo aver conosciuto, durante la mostra, il ceramista Ernest Chaplet, produsse quasi cinquanta ceramiche.

Il primo soggiorno a Pont-Aven

estate 1886. Gauguin tornò a sentire l’inquietudine che lo aveva sempre assalito e decise di lasciare la difficile vita cittadina. Nell’estate del 1886, si trasferì così a Pont-Aven, un porticciolo del Finistère, in Bretagna, nel nord-ovest della Francia. I biografi del pittore francese indicano inoltre altre motivazioni che spinsero Gauguin ad abbandonare Parigi. Intanto la voglia di approfondire le tradizioni della cultura e della religione in un luogo incontaminato dalla modernità.

Poi l’influenza del romanzo Un voyage en Bretagne di Flaubert e du Camp. E infine di poter approfittare del minor costo che permetteva la vita in campagna. Gauguin prese alloggio nella pensione di Marie-Jeanne Gloanec che era solita ospitare artisti ai quali proponeva prezzi vantaggiosi. A Pont-Aven, Paul Gauguin ottenne un certo rispetto e riunì intorno a sé un gruppo di giovani pittori tra i quali Émile Bernard, di 18 anni, e Charles Laval, con i quali fondò la Scuola di Pont-Aven.

Il ritorno a Parigi e l’incontro con Théo van Gogh

Dopo l’esperienza di Pont-Aven, Gauguin tornò a Parigi dove conobbe Théo van Gogh, fratello del pittore Vincent van Gogh. Théo era un collezionista di opere moderne, impressioniste e di altri giovani artisti. Paul gli vendette due dipinti ma il denaro non fu comunque sufficiente per sanare le finanze del pittore. Inoltre a Parigi, in quegli anni, dopo il successo delle mostre impressioniste, il pubblico guardava con interesse al Neo-impressionismo che Gauguin detestava. Frequentare l’ambiente artistico, era inoltre molto dispendioso e il pittore non aveva denaro a sufficienza.

La partenza per Taboga e Panama

1887. Gauguin decise di partire nuovamente per cercare successo all’estero. Si imbarcò quuindi per Taboga, un’isola che sorge nel golfo di Panama dove viveva il cognato, un importante e facoltoso commerciante. Gauguin comunicò la sua intenzione alla moglie e partì con il necessario per dipingere insieme all’allievo Laval. I due viaggiatori giunsero a Colón il 30 aprile 1887. Il clima tropicale si rivelò malsano per l’artista e per Laval, l’ambiente sociale non lo accolse con favore e quindi Gauguin non vendette alcun dipinto. Così prese lavoro come sterratore nel grande cantiere del Canale di Panama in costruzione al tempo. Dopo poco più di un mese di duro lavoro decise con Laval di partire nuovamente.

La sosta in Martinica

1887. Dopo la brutta esperienza vissuta a Panama, Gauguin e Laval approdarono a Saint-Pierre, un villaggio che sorgeva sulla costa nord-occidentale dell’isola della Martinica, nelle Antille  francesi. Gauguin trovò finalmente un ambiente adeguato per tornare a dipingere stimolato dalla natura e dalla primitività della popolazione creola. I due artisti si sistemarono in una capanna in riva al mare godendo del clima e della cordialità della gente. Gauguin tornò a dipingere intensi paesaggi ispirati alla natura del posto. I due artisti, però, soffrirono nuovamente di febbri malariche e ripartirono per la Francia nel novembre 1887.

Nuovamente a Parigi

Giunto a Parigi, Gauguin cercò di vendere i dipinti realizzati in Martinica ma non ebbe successo. Solo Théo van Gogh acquistò qualche opera. Anche il fratello Vincent apprezzò i colori e la pittura impulsiva di Gauguin e strinse amicizia con l’artista. Nuovamente in difficoltà, l’artista trovò aiuto nell’amico Schuffenecker che lo ospitò presso di sé.

Il secondo soggiorno a Pont-Aven e l’incontro con Émile Bernard

Febbraio 1888. Con qualche denaro in più, Gauguin decise di tornare a Pont-Aven, nel febbraio del 1888. Durante l’estate Charles Laval raggiunse l’amico nella località marina. A lui si aggiunse poi il giovane pittore Émile Bernard che si trovava nel villaggio bretone di Saint-Briac. Bernard si presentò con alcuni dipinti che aveva realizzato in estate nei quali aveva applicato la tecnica del cloisonnisme.

Il giovane artista, insieme all’amico Anquetin, si era ispirato alla tecnica di costruzione delle vetrate gotiche e degli smalti del Medioevo. I due artisti elaborarono un linguaggio sintetico che prevedeva un contorno lineare marcato che racchiudeva campiture colorate bidimensionali. Gauguin fu colpito positivamente dallo stile innovativo di Bernard e dal carattere determinato del giovane. Il maestro non esitò a cogliere alcuni elementi del linguaggio sintetico elaborato dai due allievi, integrandoli con gli spunti raccolti a quel punto del suo percorso creativo.

Il soggiorno ad Arles e l’esperienza della Casa Gialla con Vincent van Gogh

29 ottobre 1888. Su proposta di Théo van Gogh, Gauguin accettò di raggiungere Vincent van Gogh ad Arles, nel sud della Francia. Il mercante d’arte, molto affezionato al fratello Vincent, stipulò un contratto con Gauguin che prevedeva uno stipendio di 150 franchi  in cambio di un dipinto al mese e il pagamento delle spese sostenute durante il soggiorno ad Arles. Théo van Gogh agì su richiesta del fratello Vincent che gli confessò il desiderio di dipingere con Paul Gauguin, un artista che ammirava molto.

Così, il 29 ottobre 1888, Gauguin si recò ad Arles per condividere il progetto della Casa Gialla di Vincent, una specie di piccola comune creativa. Gauguin accettò di recarsi ad Arles motivato dal denaro offerto con la speranza di accumulare la somma sufficiente per ripartire per i Tropici. La convivenza con Vincent van Gogh si rivelò però ben presto impossibile per incompatibilità di carattere e Gauguin comunicò a Théo la decisione di tornare a Parigi.

Il terzo soggiorno in Bretagna

Gauguin lasciò così Vincent van Gogh e decise di tornare a Pont-Aven in Bretagna. La sua intenzione era quella di sperimentare ulteriormente la tecnica del cloisonnisme. Insieme ai giovani artisti del gruppo avrebbe potuto raggiungere il successo che cercava da tempo. Nel febbraio 1889 espose così dodici dipinti alla mostra dei XX, a Bruxelles che non ottennero alcun consenso. Gauguin non riuscì a vendere alcuna opera e lo stile dai colori accesi dei dipinti suscitò molte critiche.

Le mostre durante l’Exposition Universelle di Parigi

Il pittore non si scoraggiò e tornò a Parigi per partecipare a l’Exposition Universelle con alcune mostre organizzate insieme agli artisti Louis Anquetin, Émile Bernard, Léon Fauché, Charles Laval, George-Daniel de Monfreid, Louis Roy ed Émile Schuffenecker. Nonostante il clima amichevole e le collaborazioni con altri giovani artisti, Gauguin tornò a pensare di trasferirsi in qualche località esotica e incontaminata.

Inizialmente prese in considerazione il Madagascar né il Tonchino ma poi scelse Tahiti spinto anche dal romanzo e Mariage di Pierre Loti. Nel testo di Loti Tahiti era descritto come un luogo paradisiaco nel quale era possibile vivere senza condizionamenti sociali e disparità di classe. Gauguin si mise così alla ricerca del denaro necessario per partire. Il primo finanziatore fu un uomo dal nome Charlopin che offrì la somma di 5.000 franchi in cambio di un certo numero di dipinti. Il finanziamento però fallì e l’artista organizzò un’asta di opere proprie il 23 febbraio 1891. Gauguin ottenne così più di novemila franchi che impiegò interamente per concretizzare il suo progetto di viaggio a Tahiti.

La partenza per Tahiti

1891. Gauguin era assolutamente convinto che il soggiorno a Tahiti gli avrebbe fornito il clima necessario per sviluppare il suo linguaggio. Così il 23 marzo 1891 organizzò un pranzo per salutare gli amici di Parigi. Il gruppo simbolista fu presieduto dal pittore Stéphane Mallarmé e si riunì presso il Café Voltaire di Parigi. Gauguin si imbarcò il 4 aprile per Marsiglia e da lì, il 24 aprile, salì sulla nave diretta a Tahiti. Il 28 giugno 1891 Gauguin giunse a Papeete, il capoluogo di Tahiti.

L’artista si presentò quindi al governatore per comunicargli il progetto artistico che intendeva portare avanti sull’isola. Purtroppo, dopo due settimane, apprese la notizia della morte del sovrano locale, Pomaré V. L’amministrazione francese prese così maggiormente possesso dell’isola e con loro i missionari cristiani contrari alla religione e alle tradizioni del luogo. Con il trasferimento di molte famiglie europee, di religione cattolica, e lo sviluppo di attività economiche, si stava attuando così il programma colonialista del governo francese.

Il villaggio di Mataiea, Titi e Tehura

Gauguin quindi maturò un senso di frustrazione nella convinzione di non riuscire a operare in un clima primitivo e incontaminato. Partecipando ai funerali di Pomaré V, il pittore ammirò però la varietà dei costumi del popolo locale che abitava lontano dalla capitale. Così decise di trasferirsi in un villaggio interno per entrare in contatto con le tradizioni del popolo maori.

Dopo aver conosciuto una donna meticcia di nome Titi, Gauguin si trasferì presso il villaggio di Pacca, a venti chilometri da Papetee. La donna però, figlia di un genitore europeo mostrò comportamenti non compatibili con la missione del pittore. Invece, presso il villaggio di Matamea, Gauguin incontrò la tredicenne Tehura, integralmente maori, che fornì all’artista l’ispirazione per acquisire la cultura del posto. Suzanne Bambridge, un’amica di Gauguin fu altrettanto importante nel favorire l’integrazione del pittore con la cultura dell’isola.

A Mataiea, Gauguin si stabilì in una capanna di bambù con il tetto di foglie costruita di fronte all’oceano. Come fonte di ispirazione, utilizzò diverse immagini provenienti dalla cultura giapponese, dell’isola di Giava, dell’Antico Egitto. Rimase in contatto con gli amici di Parigi tramite le fotografie che portò con se.

La vita sull’isola

Gauguin lasciò una testimonianza scritta del tempo trascorso sull’isola nel suo romanzo biografico intitolato Noa-Noa, la profumata. Il pittore scrisse che con sua soddisfazione il senso di oppressione prodotto dalla civiltà europea lo stava piano piano abbandonando. Allo stesso tempo, però, calava anche il denaro così come le notizie dalla Francia.

In questi anni, Gauguin dipinse molte opere ispirate dai colori e dalla gente del posto. Tra queste vi sono Ia Orana Maria, Aha oe feii? e Manao tupapau. Inoltre realizzò manufatti in legno e ceramica con forma di idoli maori con l’intenzione di tenere in vita le tradizioni locali.

Il ritorno in Francia

Gauguin inviò un gruppo di opere in Europa in occasione dell’Esposizione Libera di Arte Moderna di Copenaghen. I dipinti però rimasero invenduti. Intanto, le condizioni economiche e quindi di vita sull’isola peggiorarono e il pittore chiese alle autorità di ritornare a Parigi. Svanì anche l’illusione di trovare nella giovane Tehura una via di accesso ai riti tribali maori perché la ragazza non vi aveva accesso.

1893. Nell’aprile 1893, Gauguin ottenne il permesso di rimpatrio e si imbarcò per Marsiglia che raggiunse dopo circa tre mesi deluso e con poco denaro. Con sé il pittore portò un gran numero di dipinti con l’intenzione di proporli al pubblico dell’arte. Per aiutare l’amico, Paul Sérusier e George-Daniel de Monfreid, primo biografo di Gauguin, gli inviarono del denaro. Inoltre ottenne novemila franchi in eredità da parte dello zio Isidoro di Orléans. L’artista pagò così i debiti contratti e tornò a Parigi tornando a dipingere.

La promozione del nuovo Gauguin a Parigi

Al fine di promuovere la sua pittura, il pittore decise di crearsi un personaggio utilizzando la sua esperienza a Tahiti. Affittò uno studio in rue Vercingétorix che era anche il suo appartamento e lo arredò con manufatti esotici e colori vivaci. Appese alle pareti verdi e gialle armi maori, stoffe delle tradizione polinesiana e altri oggetti esotici. Tenne anche un pappagallo e una scimmietta. Sulla porta di casa scrisse «Te fararu» frase in maori che si può tradurre in italiano come Qui si ama. La sua compagna del periodo era Anna, una mulatta di Giava che suscitava le fantasie erotiche dei suoi ospiti.

1893. Oltre ad uno stile di vita eccentrico e anticonformista, Gauguin allestì una mostra personale presso la nota Galleria Durand-Ruel, sostenuto dall’amico Edgar Degas. Il pittore espose quarantaquattro dipinti che furono apprezzati solamente dal gruppo dei Nabis e dal poeta e critico Mallarmé. Contemporaneamente, scrisse e diversi testi autobiografici che narrano in un modo romanzato la vita prima e durante l’esperienza della Polinesia. Tra questi vi è un manoscritto dedicato alla figlia prediletta Aline, Cahier pour Aline. Il testo più noto rimane ad oggi Noa Noa (La profumata), pubblicato nel 1901, dove l’artista incluse contenuti autobiografici e etnografici.

Il quarto soggiorno in Bretagna

Nel dicembre 1893, Gauguin si recò a Copenaghen per visitare la famiglia per un’ultima volta.

Maggio 1894. Gauguin insieme a Anna tornò in Bretagna nel piccolo villaggio di Pont-Aven. L’accoglienza, però, non fu più la stessa. Marie Gloanec, la proprietaria della pensione amica degli artisti aveva chiuso l’attività. Il gruppo dei giovani artisti si era sfaldato e ogni componente portava avanti una propria ricerca. Inoltre la gente del posto mal sopportava la presenza della mulatta Anna.

Proprio a causa della intolleranza verso la donna, iniziarono i primi guai per il pittore. Infatti il 24 maggio del 1894, alcuni marinai offesero Anna e Gauguin reagì, fu aggredito e subì la frattura della caviglia. Durante la sua degenza in ospedale, Anna tornò a Parigi, rubò tutto il denaro e sparì.

18 febbraio 1895. Gauguin profondamente deluso per l’insuccesso in Francia, si affrettò a partire. Quindi, per trovare il denaro, il 18 febbraio 1895 organizzò una vendita dei suoi dipinti. Molte opere rimasero invendute ma il pittore ricavò comunque il denaro necessario per partire. L’ultima opera realizzata in Francia fu Oviri, una statuetta in grès che raffigura un idolo polinesiano. Auguste Bachu e Georges Chaudet presero in custodia la maggior parte delle opere di Gauguin che partì per l’ultimo viaggio.

Gli ultimi anni in Polinesia

3 luglio 1895. Gauguin si imbarcò a Marsiglia il 3 luglio del 1895 e sbarcò a Papeete l’8 settembre. Quindi, si stabilì a Paunaania, un villaggio nel quale acquistò un terreno e con l’aiuto di abitanti del luogo, costruì una capanna. Il pittore, all’età di 47 anni, iniziò così nuovamente a vivere in contatto con la realtà primitiva che tanto desiderava. La sua salute però era precaria a causa della sifilide che gli procurò una serie di gravi sintomi come le piaghe alle . Gauguin soffriva inoltre di eruzioni cutanee e per le conseguenze della rottura della caviglia subita Pont-Aven. Per migliorare le sue condizioni di salute soggiornò due mesi in ospedale ma senza ottenere benefici.

Il tentativo di suicidio

In questi anni Gauguin visse con una ragazza di quattordici anni, Pahura, dalla quale ebbe una figlia che sopravvisse per un solo anno. Seppe poi, nel marzo del 1897, che la prediletta figlia Aline era morta in gennaio a causa della polmonite. A causa delle difficili condizioni di salute e della morte di Aline, Gauguin cadde in uno stato di prostrazione mentale che lo convinsero a tentare il suicidio. Cosi, nel 1897 l’artista, giunto in vetta ad una montagna, ingoiò una gran quantità di arsenico che, però, vomitò a causa della gran concentrazione. Tornò quindi al villaggio dove fu curato. La sofferenza emotiva e la necessità di trovare un senso esistenziale alla sua condizione, lo portarono a dipingere l’opera intitolata Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

L’attività mediatica a favore delle tradizioni locali

Una volta ripreso dal mancato avvelenamento, Gauguin tornò ad attaccare le autorità cattoliche che l’artista riteneva colpevoli della distruzione delle tradizioni locali.Per questo scrisse un testo-accusa intitolato L’Église catholique et les temps modernes che lo portò ad essere accusato dai cattolici del posto. La sua attività di denuncia continuò con la collaborazione ad un giornale satirico, Les Guêpes. L’artista pubblicava vignette e articoli che prendevano di mira l’amministrazione coloniale francese. Per risultare più incisivo pubblicò poi a proprie spese un suo giornale, Le Sourire.

Il trasferimento a Papeete e la nascita di Émile

Il bisogno di denaro spinse Gauguin a trasferirsi a Papeete dove prese lavoro presso il Ministero dei Lavori Pubblici. II suo impiego di scrivano gli fruttava solo 6 franchi al giorno ma questo denaro, insieme a quello ottenuto in Francia dalla vendita dei dipinti, gli permise di pagare i debiti con la banca. L’artista tornò quindi a Paunaania dove tornò a dipingere realizzando un gran numero di opere. In questo periodo la giovane Panhura rimane incinta e nacque il loro figlio Émile.

Hiva Oa nelle Isole Marchesi

1901 – 1903. Spinto nuovamente dal desiderio di trovare nuovi stimoli, Gauguin si trasferì nelle Isole Marchesi. Il pittore prese casa nel villaggio di Hiva Oa, a 1400 km da Tahiti. L’ambiente naturale fu particolarmente stimolante e Gauguin dipinse immagini serene colorate. Inoltre, continuò a scrive testi autobiografici, teorici, morali e religiosi. Alcune di queste pubblicazioni sono Diverses choses, Racontars de Rapin ed Avant et après. Crebbe di intensità anche il suo astio nei confronti delle autorità coloniali. Arrivò così a cercare di convincere gli abitanti locali a non pagare le tasse e a tenere lontani i figli dalla scuola missionaria. Le autorità governative e religiose iniziarono a considerare Gauguin un problema anche perché una gran parte degli abitanti indigeni seguirono le sue indicazioni. L’astio del pittore continuò a crescere finché non denunciò il gendarme Guichenay con l’accusa di favorire la tratta di schiavi. Il gendarme lo denunciò a sua volta e il 31 marzo 1903 il tribunale comminò a Gauguin una multa e tre mesi di prigione che il pittore non scontò mai.

La morte di Paul Gauguin

8 maggio 1903. Il pastore protestante Vernier trovò Paul Gauguin morto l’8 maggio del 1903 all’eta’ di 55 anni. L’artista era disteso sul letto della sua abitazione. Il religioso distrusse gran parte delle opere che giudicava blasfeme, che secondo lui minacciavano l’esistenza della sua missione. Inoltre eliminò quelle che mostravano nudi femminili da lui giudicate oscene. Per cancellare la memoria dell’artista, Vernier fece seppellire Gauguin in una fossa senza nome. All’inumazione assistettero alcuni abitanti del posto e la sua tomba fu dimenticata. Solo venti anni dopo, qualcuno trovo la sua sepoltura presso il cimitero della missione. Il posto fu ricordato con una lapide con scritto sopra «Paul Gauguin 1903».

La vita privata e affettiva

Paul Gauguin ebbe una vita privata tormentata e subì diversi lutti familiari.

1867. Mentre Paul era impegnato in un viaggio in India su una nave mercantile morì la madre il 7 luglio 1867.

1873. Paul, nel 1873 sposò la giovane danese Mette Gad. Dalla moglie Mette, Paul ebbe cinque figli: Émile (1874), Aline (1877-1897), Clovis (1879-1900), Jean-René (1881) e Paul, chiamato anche Pola (1883-1961).

1885. A causa dell’impossibilità di trovare un lavoro in campo artistico a Copenaghen, Gauguin tornò a Parigi insieme al figlio Clovis. La moglie si era infatti trasferita con gli altri figli in Danimarca e le tensioni tra i due coniugi erano insostenibili.

1891. Il 23 febbraio 1891 Gauguin organizzò un’asta di proprie opere che gli fruttò più di novemila franchi utili per trasferirsi a Tahiti. L’artista informò la moglie del successo ma non inviò alcuna somma alla famiglia che si trovava a Copenaghen.

Giunto a Papetee, nella Polinesia francese, Gauguin si legò ad una donna meticcia, Titi, con un genitore maori e uno europeo. Presto, però, il pittore, si convinse che la compagna non possedeva interamente la conoscenza delle tradizioni locali. Fu così che, grazie ad un accordo con una donna del posto, andò a vivere con la figlia, una ragazza di tredici anni di nome Tehura.

1893. Gauguin tornò a Parigi nell’estate del 1893, prese in affitto un appartamento studio grazie alla cospicua eredità dello zio e prese con sé Anna, una meticcia di Giava.

La politica attiva

Paul Gauguin non fu mai interessato all’impegno politico e le sue battaglie in favore della tradizione del popolo maori furono motivate da un interesse estetico e artistico. Gauguin sostenne questa sua attività scrivendo manoscritti e pubblicando articoli e vignette satiriche su giornali locali. Nel tempo, la sua avversità nei confronti delle istituzioni coloniali e religiose crebbe a tal punto che, spinse i locali alla disubbidienza civile. Infatti, durante la sua permanenza a Hiva Oa, chiese ai nativi di non pagare le tasse alle autorità coloniali e a non frequentare la scuola missionaria. Giunse poi a denunciare un gendarme accusandolo di favorire il mercato degli schiavi. Il tribunale lo condannò per calunnia ma Gauguin morì qualche mese dopo.

I viaggi di Paul Gauguin

Paul Gauguin iniziò a viaggiare in giovane età quando si imbarco sul mercantile Luzitano. Tornò a Parigi nel 1871.

Nei primi anni Settanta dell’Ottocento Gauguin si recò durante le estati a Pontoise per dipingere con i maestri dell’impressionismo.

Gauguin iniziò la sua carriera pittorica soggiornando in diverse località della Francia. Presto però seguì la sua passione per i viaggi e raggiunse la Polinesia dove soggiornò a varie riprese fino alla sua morte. Gauguin già in gioventù, fu attratto  dalle avventure in località esotiche. L’artista stesso inoltre scrisse nelle sue memorie di possedere un fascino esotico. Gauguin cercò la propria identità di artista ed esistenziale viaggiando e approdando infine in Polinesia.

1883. In seguito alla perdita del lavoro come agente di cambio, Gauguin si trasferì con la famiglia a Rouen, zona di influenza di Camille Pissarro.

Non avendo ottenuto alcun successo l’artista si trasferì con la moglie e i figli a Copenaghen presso la famiglia di origine della donna.

1885. Deluso dalle esperienze artistiche e lavorative, Gauguin soggiornò tre mesi in Inghilterra e quindi tornò a Parigi dove lavorò come attacchino di manifesti.

I soggiorni in Bretagna

Estate 1886. Gauguin non riuscì a sostenere le spese della vita cittadina e si trasferì a Pont-Aven, in Bretagna.

1887. Tornò per un brevissimo periodo a Parigi ma ancora una volta decise di lasciare la Francia insieme al giovane pittore Laval. Raggiunse così il cognato, un ricco commerciante, a Taboga, una piccola isola nel golfo di Panama.

1887. L’esperienza di Panama si rivelò disastrosa e i due artisti ripartirono per Saint-Pierre, villaggio sulla costa nord-occidentale dell’isola della Martinica, nelle Antille francesi.

Novembre 1887. In preda alle febbri malariche, Gauguin e Laval ripartirono per Parigi dove visse a casa del pittore suo amico Schuffenecker.

Febbraio 1888. Gauguin ripartì per Pont-Aven attratto dalla vita del posto e dal credito offerto dalla proprietaria della pensione Gloanec.

29 ottobre 1888. Il pittore raggiunse Vincent van Gogh a Arles, nel sud della Francia. Lo lascerà dopo poco a causa dell’incompatibilità di carattere nata tra i due artisti.

Lasciata Arles Gauguin raggiunse nuovamente i suoi allievi a Pont-Aven, in Bretagna.

La carriera artistica

Galleristi e Mecenati

Il celebre mercante d’arte di Parigi, Ambroise Vollard, promosse il lavoro di Gauguin. Quando l’artista morì Vollard collaborò ai progetti di due mostre postume organizzate a Parigi.

Nel 1887, durante un breve soggiorno a Parigi, tra l’esperienza della Bretagna e la partenza per Panama, Gauguin conobbe Théo van Gogh. Il collezionista comprò due dipinti di Gauguin e altri in seguito al suo ritorno dalla martinica, nel novembre del 1887. Inoltre nell’inverno del 1888, stipendiò l’artista al fine di raggiungere il fratello Vincent ad Arles, nel sud della Francia.

La carriera espositiva

Gauguin partecipò alle mostre impressioniste a partire dal 1879 su richiesta di Camille Pissarro.

In seguito al suo trasferimento a Copenaghen, sul finire degli anni Ottanta dell’Ottocento, Gauguin organizzò una mostra monografica che non ebbe successo.

1886. Gauguin tornò a Parigi nel 1885 e nel 1886 partecipò all’ottava mostra degli impressionisti con diciotto dipinti.

febbraio 1889. Al ritorno da Arles, Gauguin tornò a Pont-Aven dove realizzò diverse opere ispirandosi al cloisonnisme. Nel febbraio 1889 partecipò così alla mostra dei XX a Bruxelles con dodici dipinti dai colori accesi e innaturali. I paesaggi infatti presentano prati rossi, cieli gialli e vegetazione blu. Il pubblico della mostra fu particolarmente ostile e solo il critico Octave Maus dichiarò la propria ammirazione nei confronti dell’opera sconcertante di Gauguin. Nel suo testo lo descrisse come un artista raffinato e diretto. Il critico ammirò infatti soprattutto il primitivismo di Gauguin, privo di trucchi pittorici e virtuosistici. Inoltre fu attratto dalle armonie della composizione cromatica che avvicinò alle opere di Cézanne e de Guillaumin, superate però dal nuovo linguaggio cloinossiste.

Collaborazioni con altri artisti

I primi amici e colleghi di Paul Gauguin, nei primi anni Settanta dell’Ottocento, furono Camille Pissarro e Degas. Gauguin frequentò anche Paul Cézanne dipingendo con l’artista nelle estati passate a Pontoise. Dopo il crollo del mercato finanziario, intorno al 1883, Gauguin senza lavoro, si trasferì a Rouen dove Pissarro esercitava una certa influenza.

Il pittore Schuffenecker fu fidanzato con la figlia di Arosa, ex compagno della madre di Gauguin. Quando l’artista tornò a Parigi, dopo il 1885, ormai privo anche del denaro per vivere lo ospitò in casa sua. Schuffenecker tornò ad ospitare Gauguin al ritorno dalla Martinica nel novembre del 1887.

1886. In occasione dell’ottava e ultima mostra impressionista, il pittore strinse amicizia con l’incisore Félix Bracquemond e con il ceramista Ernest Chaplet. Chapelet iniziò Gauguin all’utilizzo della ceramica e del grès smaltato.

Nell’estate del 1886, Gauguin si trasferì a Pont-Aven dove riunì un gruppo di discepoli tra i quali Émile Bernard e Charles Laval. Gauguin strinse una forte amicizia soprattutto con Laval che lo accompagnò, nel 1887, nel viaggio a Taboga.

Estate 1888. In occasione del secondo soggiorno a Pont-Aven, Gauguin fu raggiunto dall’amico Laval e dal giovane Émile Bernard che lo avvicinò alla tecnica del cloisonnisme.

29 ottobre 1888. Su richiesta di Théo van Gogh, Gauguin si recò ad Arles per dipingere insieme a Vincent van Gogh. Il soggiorno risultò problematico e l’artista tornò presto a Parigi per recarsi nuovamente a Pont-Aven.

La fortuna professionale e le commissioni

Quando Gauguin iniziò a partecipare alle mostre impressioniste anche la critica si interessò al suo lavoro. Joris-Karl Huysmans ammirò l’opera intitolata Suzanne che cuce, esposta nel 1880 e lo definì un pittore moderno.

Il pubblico dell’arte iniziò ad apprezzare la pittura di Paul Gauguin solo dopo la sua morte.

Lo stile

Gli storici considerano Paul Gauguin un artista importante del Post-impressionismo per via della sua sperimentazione nel campo del colore e della sintesi formale. Gauguin infatti elaborò uno stile pittorico in grado di proporre un’alternativa all’Impressionismo. Alla dissoluzione della forma della figura e del paesaggio Gauguin rispose reintegrando la linea di contorno, forme sintetiche, semplificate, e colori saturi, primari e secondari.

La poetica

Gauguin scrisse un romanzo biografico in forma di romanzo per narrare la sua vita a Tahiti dal titolo Noa-Noa, la profumata.

L’evoluzione dello stile

Le prime opere dipinte da Paul Gauguin, negli anni Settanta dell’Ottocento, ricordano il verismo di Corot e del gruppo di pittori attivi a Barbizon.

In seguito all’amicizia con Camille Pissarro e con altri artisti impressionisti Gauguin diede una nuova spinta evolutiva alla sua pittura. Spinto quindi dalle convinzioni del maestro impressionista, Gauguin iniziò ad osservare la natura con un nuovo sguardo per rappresentarla senza tentazioni fotografiche. Gauguin iniziò così a sperimentare un nuovo linguaggio figurativo nel quale si colgono le prime interpretazioni simboliste.

1886. In occasione dell’ultima mostra impressionista, nel 1886, Gauguin conobbe il ceramista Ernest Chaplet che lo avvicinò alla lavorazione della ceramica e del grès smaltato. In seguito a questo incontro, Gauguin si dedicò alla produzione di circa cinquanta ceramiche che ricordano le manifatture precolombiane e con le sculture impressioniste come Piccola danzatrice di quattordici anni di Degas.

1887. Durante il soggiorno in Martinica, nel 1887, Gauguin si ispirò ai colori della natura locale e dipinse opere dai toni accesi, soprattutto verdi brillanti, rosa e porpora. Le scene raffigurano la lussureggiante vegetazione immersa nella forte luce tropicale. Il tessuto pittorico è costruito con un tratteggio di brevi pennellate.  Si crea così una fitta trama luminosa che unisce la natura, il cielo e il mare che secondo alcuni storici somiglia ad un arazzo.

Il cloisonnisme della Scuola di Pont-Aven

Estate 1888. Gauguin soggiornò per la seconda volta a Pont-Aven, in Bretagna. Le sue opere sono colorate soprattutto con toni di giallo e ocra che descrivono i colori della campagna estiva. Inoltre si trovano i toni saturi, rossi e blu, degli abiti tradizionali indossati dai contadini bretoni. In Bretagna, Gauguin cercò ispirazione soprattutto nelle tradizioni religiose locali che si esprimevano nelle feste e nell’arte popolare. Durante il soggiorno fu raggiunto da Émile Bernard che gli fece conoscere la sua tecnica del cloisonnisme. Gauguin applicò così alle sue figure la pesante linea di contorno e le campiture di colore acceso e bidimensionale. A questi elementi aggiunse gli spunti provenienti dalle opere di Cézanne e Degas e la sintesi della grafica giapponese del tempo. Di questo periodo una delle opere più importanti è quella intitolata La visione dopo il sermone.

Influenze stilistiche da altri artisti

Durante le sperimentazioni degli anni Settanta dell’Ottocento, Gauguin fu attratto dalla pittura di Cézanne nella quale la natura era ricostruita mentalmente. Questa caratteristica allontanava infatti Cézanne dalla pittura impressionista e fu il tratto distintivo del suo linguaggio. Gauguin, negli stessi anni, si avvicinò all’opera del più anziano Degas al quale lo legava il temperamento anarchico e antiborghese.

Eredità artistica

Le opere più mature di Paul Gauguin, quelle nelle quali il suo linguaggio è più compiuto, influenzarono gli artisti delle avanguardie. Pablo Picasso, Henri Matisse trassero ispirazione dai suoi dipinti. Invece Vincent van Gogh dipinse con Gauguin per un breve periodo e l’artista fu in relazione con il fratello di Vincent, Theodorus van Gogh.

La sperimentazione di Gauguin contribuì inoltre ad evolvere il Simbolismo. Inoltre utilizzando il cloisonnisme applicato a soggetti naturali e popolari promosse lo sviluppo del primitivismo e il ritorno all’arte pastorale.

Le opere di Paul Gauguin

Paesaggio in Bretagna – Vacche all’abbeveratoio di Paul Gauguin

Paesaggio in Bretagna di Paul Gauguin
Paesaggio in Bretagna

1885. Paesaggio in Bretagna – Vacche all’abbeveratoio, 1885, olio su tela, 80 x 64 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Autoritratto del 1885 di Paul Gauguin

Autoritratto del 1895 di Paul Gauguin
Autoritratto del 1895 di Paul Gauguin

Paul Gauguin, Autoritratto, 1885, olio su tela, 65.2 x 54.3 cm. Fort Worth, Kimbell Art Museum

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Gli Alyscamps di Paul Gauguin

Gli Alyscamps di Paul Gauguin
Gli Alyscamps

1888. Gli Alyscamps, 1888, olio su tela, 91,5 x 72,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Fanciullo nudo di Paul Gauguin

Fanciullo nudo di Paul Gauguin
Fanciullo nudo

1888 circa. Fanciullo nudo (Jeune garçon nu), 1888 circa, pastello, sanguigna e carboncino su carta vergata, 60,2 x 41,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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La visione dopo il sermone di Paul Gauguin

La visione dopo il sermone di Paul Gauguin
La visione dopo il sermone

1888La visione dopo il sermone, 1888, olio su tela, 72 x 93 cm. Edimburgo, National Gallery of Scotland

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La bottega di Schuffenecker di Paul Gauguin

La bottega di Schuffenecker di Paul Gauguin
La bottega di Schuffenecker

1889. La bottega di Schuffenecker, 1889, olio su tela, 73 x 92 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Il Cristo giallo di Paul Gauguin

Il Cristo giallo di Paul Gauguin
Il Cristo giallo

1889. Il Cristo giallo (Le Christ jaune), 1889, olio su tela, 92.07 x 73.34 cm. Buffalo, Albright-Knox Art GalleryPaul Gauguin, La visione dopo il sermone, 1888, olio su tela, 72 x 93 cm. Edimburgo, National Gallery of Scotland

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Buongiorno, signor Gauguin

Buongiorno, signor Gauguin di Paul Gauguin
Buongiorno, signor Gauguin

1889. Buongiorno, signor Gauguin, 1889, olio su tela, 113 x 92 cm. Praga, Národní Galerie

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Calvario bretone di Paul Gauguin la vita e le opere

Calvario bretone di Paul Gauguin
Calvario bretone

1889. Calvario bretone (Cristo verde) (Le calvaire breton), 1889, olio su tela, 92 x 73,5 cm. Bruxelles, Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique

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La belle Angèle

La belle Angèle di Paul Gauguin
La belle Angèle

1889. La belle Angèle, 1889, olio su tela, 92 x 73,2 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Siate misteriose di Paul Gauguin

Siate misteriose di Paul Gauguin
Siate misteriose

1890. Siate misteriose, 1890, bassorilievo, legno di tiglio policromo, 73 x 95 x 5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Autoritratto con Cristo Giallo

Autoritratto con Cristo giallo di Paul Gauguin
Autoritratto con Cristo giallo

1890-1891. Autoritratto con Cristo giallo (Portrait de l’artiste au Christ jaune), 1890-1891, olio su tela, 30 x 46 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Il Pasto di Paul Gauguin

Il Pasto di Paul Gauguin
Il Pasto di Paul Gauguin

Paul Gauguin, Il Pasto, 1891, olio su carta incollata su tela, 73 x 92 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Donne di Tahiti sulla spiaggia

Donne di Tahiti sulla spiaggia di Paul Gauguin
Donne di Tahiti sulla spiaggia

1891. Donne di Tahiti sulla spiaggia (Femmes de Tahiti Sur la plage), 1891 (novembre-dicembre), olio su tela, 69 x 91 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Nafea Faa Ipoipo

Nafea faa ipoipo (Quando ti sposi?) di Paul Gauguin
Nafea faa ipoipo (Quando ti sposi?)

1892. Nafea faa ipoipo (Quando ti sposi?), 1892, olio su tela, 105 x 77,5 cm. Basilea, Öffentliche Kunstsammlung

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La Orana Maria

La Orana Maria (Ave Maria) di Paul Gauguin
La Orana Maria (Ave Maria)

1891-1892. La Orana Maria (Ave Maria), 1891-1892, olio su tela, 88 x 114 cm. New York, Metropolitan Museum of Art (The MET)

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Il mulino David di Paul Gauguin

Il mulino David di Paul Gauguin
Il mulino David

1894. Il mulino David, 1894, olio su tela, 73 x 92 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Bassorilievo in legno della Casa del Piacere di Paul Gauguin

Bassorilievo in legno della Casa del Piacere di Paul Gauguin
Bassorilievo in legno della Casa del Piacere

1902. Bassorilievo in legno della Casa del Piacere, 1902, bassorilievo policromo di legno di sequoia, 284 x 732 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Idolo con la conchiglia di Paul Gauguin

Idolo con la conchiglia di Paul Gauguin
Idolo con la conchiglia

1892-1893. Idolo con la conchiglia, 1892-1893, statuetta di legno ferro, madreperla, dente ed osso, 34,4 x 14,8 x 18,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Arearea

Arearea (felicità) di Paul Gauguin
Arearea (felicità)

1892. Arearea (felicità), 1892, olio su tela, 75 x 94 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Matamoe

Matamoe (Paesaggio con pavoni) di Paul Gauguin
Matamoe (Paesaggio con pavoni)

1892. Matamoe (Paesaggio con pavoni), 1892, olio su tela, 92 x 73 cm. Buffalo, Albright-Knox Art Gallery

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La siesta

La Siesta di Paul Gauguin
La Siesta

1892-1894. La Siesta, 1892-1894, olio su tela, 116 x 89 cm. New York, Metropolitan Museum of Art (The Met)

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Autoritratto con cappello di Paul Gauguin

Autoritratto con cappello di Paul Gauguin
Autoritratto con cappello

1893-1894. Autoritratto con cappello, 1893-1894, olio su tela a doppia faccia, 46 x 38 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Contadine bretoni di Paul Gauguin

Contadine bretoni di Paul Gauguin
Contadine bretoni

1894. Contadine bretoni, 1894, olio su tela, 66 x 92,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Oviri di Paul Gauguin

1894. Oviri, 1894, gres, 75 x 19 x 27 cm. Parigi, museé d’Orsay

Oviri di Paul Gauguin
Oviri

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Nave nave Moe (Acqua deliziosa) di Paul Gauguin
Nave nave Moe (Acqua deliziosa)

1894. Nave nave Moe (Acqua deliziosa), 1894, olio su tela, 74 x 100 cm. San Pietroburgo, Hermitage

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Te tamari no atua

Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio) di Paul Gauguin
Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio)

1896. Te tamari no atua (Nascita di Cristo figlio di Dio), 1896, olio su tela, 96 x 128 cm. Monaco di Baviera, Neue Pinakothek

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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Paul Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (D’où venons-nous ? Que sommes-nous ? Où allons-nous ?), 1897-1898, olio su tela, 139,1 x 374,5 cm. Boston, Museum of Fine Arts

Sul finire degli anni Ottanta dell’Ottocento, Gauguin viveva con una ragazza di quattordici anni, Pahura. Il figlio nato dalla loro unione visse però solo un anno. Nel gennaio 1897 morì per polmonite anche Aline, la figlia prediletta a causa della polmonite. Gauguin cadde così in depressione e tentò il suicidio. Si recò in vetta ad una montagna e ingoiò una gran quantità di arsenico che, però, vomitò. Quando rinvenne tornò al villaggio dove fu curato. La sofferenza emotiva lo portò così a meditare sulla sua condizione, e dipinse l’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

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Il cavallo bianco di Paul Gauguin

Il cavallo bianco di Paul Gauguin
Il cavallo bianco

1898. Il cavallo bianco, 1898, olio su tela, 140 x 91,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Paul GauguinDa dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?(D’où venons-nous ? Que sommes-nous ? Où allons-nous ?), sul sito del Museum of Fine Arts di Boston.

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